giovedì 26 novembre 2009

Burro fatto in casa

burro fatto in casa

Il burro è un alimento molto usato nelle preparazioni piemontesi. I miei nonni riuscivano a metterlo ovunque...in qualsiasi pietanza :-).
Se consumato con moderazione è un ottimo alimento.

In estate, quando io e Daniele ci rechiamo in montagna per qualche passeggiata o un pò di trekking, ci fermiamo a comprarlo in qualche malga o alpeggio. Il sapore del burro fresco è qualcosa di speciale.
In inverno in alternativa, siccome spesso il burro che si compra ha poco a che vedere con il burro vero e proprio, ma deriva piuttosto da scarti di lavorazione del latte, ce lo facciamo da noi.

Fare il burro in casa è più semplice di quello che si possa immaginare. I miei nonni lo facevano in casa con la panna fresca del latte appena munto ma nel nostro caso bisogna accontentarsi della panna fresca del supermercato.:-)

Il burro fatto in casa non è economico, in quanto la resa di una confezione di panna è di circa la metà, ma è sicuramente buonissimo, ottimo da spalmare sulle fette biscottate la mattina o su dei crostini come stuzzichino. Provare per credere.
Da una confezione di panna da 200 ml si ottengono circa 100 grammi di burro.

E farlo è proprio facile facile.
Io utilizzo il metodo consigliato da questo sito e mi sono sempre trovata benissimo.

Occorrente:

-Una confezione di panna fresca da 200 ml
-Frullino per montare la panna

Procedimento:

Mettere la panna appena tolta dal frigo in un contenitore (se è freddo è meglio, la panna si monterà più facilmente).
Iniziare a montare la panna. Una volta montata si continua a montare fino a quando la panna non diverrà sempre più solida e comincerà a separarsi dal siero.
Ciò che si è separato dal siero, sarà il nostro burro.

Qui si vede come la parte solida si è separata da quella liquida

 preparazione del burro fatto in casa

A questo punto si prendono i fiochi di burro, li si compatta fino a formare una "pallina". La si mette in un colino e la si sciascqua sotto l'acqua corrente fredda fino a quando l'acqua non scorrerà limpida e chiara.
Una volte strizzato lo si ripone in un contenitore con coperchio; lo si può conservare in frigo per 4 o 5 giorni.

Se avete voglia di provarlo, son sicura che non vi deluderà!:-)

lunedì 23 novembre 2009

Detersivi alla spina

detersivi ecologici


Qualche post fa accennavo all'importanza di differenziare i rifiuti.
Ancor meglio che differenziare i rifiuti sarebbe ottimo non produrne...ma è molto molto difficile.:-)

La Regione Piemonte, tuttavia, da qualche tempo sta portando avanti un'iniziativa interessante di comune accordo con alcune grandi catene della grande distribuzione e che consiste nella vendita di detersivi "alla spina" in diversi supermercati e ipermercati.

Il meccanismo è semplice: si acquista una prima volta il contenitore, lo si riempie spillando dal distributore e lo si porta a casa. Una volta che lo avremo finito, basterà recarsi nuovamente nel punto vendita con nostra la bottiglia e la si riempie di nuovo. Il tutto ad una modica cifra: 1 euro per ogni litro di detersivo.
(La bottiglia acquistata la prima volta costa 50 centesimi).

E' possibile acquistare sfusi :

-il detersivo per i piatti,
-il detersivo per il bucato
-l'ammorbidente
-il detersivo per i pavimenti

Io compro alla spina il detersivo per i piatti e quello per il bucato, e trovo vadano benissimo.

Questo dei detersivi alla spina è un modo intelligente per ridurre il consumo di plastica, ridurre i costi di trasporto, stoccaggio e imballaggio del prodotto.

Io generalmente mi reco nei punti vendita Coop per la spesa e di conseguenza riempio lì i miei flaconi, ma nel caso anche altre catene della GDO qua in Piemonte propongono dei detersivi alla spina;
Qui potete trovare un elenco, anche se purtroppo non è aggiornatissimo.

E quanto ai vari saponi che utilizziamo per lavarci?

Alla spina non ne ho trovati, però sempre Coop propone un'alternativa.
Si possono infatti trovare delle ricariche di bagnoschiuma o sapone liquido che fanno in modo che si possa acquistare solo il prodotto e non il flacone...altra cosa questa molto utile per ridurre almeno un pò il consumo di plastica.
Io compro oramai solo più ricariche e riempio di volta in volta i flaconi che ho tenuto da parte.:-)

giovedì 19 novembre 2009

Pesce allevato, pescato, decongelato... e pesce azzurro

pesce

Io e Daniele abbiamo ridotto tantissimo il nostro consumo di carne, cerchiamo di mangiarne pochissima. Quanto al pesce di tanto in tanto capita di mangiarlo.
Ma anche lì con attenzione.

Sui banchi del pesce le alternative disponibili generalmente sono :

- pesce decongelato
- pesce fresco allevato
- pesce fresco pescato

Il pesce decongelato mi capita di comprarlo raramente. So che il pesce appena pescato viene generalmente congelato immediatamente e che paradossalmente a volte è più fresco il pesce congelato di quello fresco presente sui banchi...ma dinanzi al pesce decongelato non faccio salti di gioia...è più forte di me.:-)
Un pesce decongelato è un pesce che è stato pescato, congelato, trasportato, e decongelato per essere rivenduto al mercato. Ha già subito un bel pò di passaggi...non proprio ecologici.
Spesso mi capita di vedere i polpi decongelati costare comunque pochi euro in meno rispetto a quelli freschi...e allora mi dico...piuttosto me lo compro fresco.:-)

Il pesce di allevamento generalmente viene sconsigliato, perchè nutrito in cattività e grazie a dei mangimi sfarinati di dubbia provenienza.
Il prezzo del pesce allevato è chiaramente più basso di quello pescato;
Un'orata pescata costa all'incira 20 euro al kilo al mercato da me, mentre una d'allevamento costa intorno ai 10 euro, e se proviene da paesi come la Grecia, forse la si trova anche a meno. Tuttavia salmoni, trote, orate e branzini allevati hanno un sapore diverso da quelli pescati.
Qualche volta mi capita di comprarlo ma se riesco ne faccio a meno.

Il pesce pescato come riportavo sopra è generalmente più caro, ottimo però dal punto di vista nutritivo/qualitativo e meno grasso di quello allevato, perchè si nutre in natura.

L'alternativa sembra essere: o si compra pesce d'allevamento a buon prezzo o si compra del pesce pescato, a prezzo più elevato.

Ma non è proprio così...ci sono molti tipi di pesce fresco, magari meno conosciuti, che sono ottimi e a prezzo ragionevole.

Un tipo di pesce fresco che viene comprato e consumato poco è il pesce azzurro.
Ottimo dal punto di vista nutritivo e ottimo anche per il portafoglio
. E' infatti molto più economico di molte altri tipi di pesce ma è quasi sempre pescato e fresco sui banchi del pesce.
La ragione per cui costa meno non è perchè meno buono o pregiato (anche se molti lo considerano pesce di serie b) ma perchè abbonda nei nostri mari.
Così piuttosto che ripiegare su del pesce allevato a basso costo, ultimamente ci dirigiamo sul pesce azzurro.

Sabato scorso mi è capitato di comprare al mercato dello sgombro fresco a 4 euro al kilo...Io e Daniele siamo tornati a casa con due sgombri da mezzo kilo l'uno e a pranzo li abbiamo cucinati al cartoccio. Veramente ottimi.:-)

Ma cosa si intende per "pesce azzurro"?

Il pesce azzurro non è proprio una qualità di pesce ma una denominazione di uso comune e riguarda alcuni tipi di pesce che hanno una leggera venatura azzurra sul dorso.
Vengono generalmente considerati pesci azzurri : alici o acciughe, sardine, sgombri, aguglie e il suro.
In cucina sono ottimi e hanno moltissime proprietà nutritive...oltretutto sono ricchi di grassi insaturi e quindi meno dannosi per la salute.

Io di tutti questi pesci cucino spesso le alici, sia marinate sia fritte, talvolta le sardine e ultimamente gli sgombri o al cartoccio oppure sfilettati e passati sulla piastra.

Una cosa che mi piacerebbe fare prima o poi è mettere le alici sotto sale e consumarle dopo un paio di mesi...devo ancora ricevere qualche dritta su come procedere correttamente, ma prima o poi proverò!:-)

lunedì 16 novembre 2009

Differenziare i nostri rifiuti...comodamente!

bidone

Quest'estate io e Daniele abbiamo trascorso una settimana di vacanza nel Voralberg, in Austria.
La signora che ci affittava l'appartamento, nel momento in cui ci ha consegnato le chiavi, si è premurata di dirci che non avremmo trovato un bidone unico per i rifiuti, bensì molti bidoncini in garage, dove smaltire i nostri rifiuti durante la nostra permanenza.
Questa cosa mi ha fatto sorridere...e mi ha fatto capire che spesso noi italiani, all'estero, in termini di raccolta differenziata e gestione dei rifiuti siamo visti come dei principianti. E forse non completamente a torto!:-)

Personalmente la questione rifiuti mi sta molto a cuore.
L'ideale sarebbe produrre pochi rifiuti, buttare il meno possibile, e nel caso riutillizzare le cose che acquistiamo.

Purtoppo,quando ci rechiamo a fare la spesa non veniamo aiutati e per ogni cosa che acquistiamo, alimentare e non, ci ritroviamo con un imballaggio, un sacchetto o una borsa di plastica da smaltire.

Io generalmente cerco di andare a fare la spesa con delle borse che mi porto da casa, di comprare alimenti privi di imballaggio e cerco di riutilizzare tutto: una vaschetta di plastica può essere utile per metterci dentro qualcosina, così come i contenitori di vetro possono essere tenuti da parte per conserve o marmellate.
Però purtoppo riutillizzare tutto è molto molto difficile.
E quindi se di cose da smaltire si tratta allora, almeno, cerco di smaltirle per bene e di praticare la raccolta differenziata dei rifiuti.

Qui nel mio paese da un anno a questa parte il comune ha deciso di creare per ogni borgata una zona rifuti con un bidone per il vetro, uno per la plastica, uno per l'organico, uno per la carta e uno per il rifiuto indifferenziato. Vi è una normativa che riguarda tutti i comuni italiani, la quale, prevede l'obbligo di raggiungere il 65% di rifiuti riciclati entro il 2012.

Prima invece, la regola era avere un cassonetto grigio per tutti i rifiuti nelle borgate e in qualche area in paese, dei cassonetti per differenziare. Molti per pigrizia o mancanza di tempo non erano propensi a praticare la raccolta differenziata perchè voleva dire prendere l'auto e andare appositamente a gettare plastica o carta. E la raccolta differenziata veniva praticata da pochi.

Da quando il comune ha cominciato a diffondere i bidoni per la raccolta differenziata vedo gente che si prodiga molto più di prima a smaltire i rifiuti. Anche chi non era abituato a differenziare.
E' stato sufficiente mettere dei bidoni vicino a casa per tirare fuori la coscienza ecologica di molti. :-)
Segno che basta davvero poco, a volte.


E in casa come sono organizzata?

Mi son procurata 5 cestini diversi che tengo in un angolo della cucina in cui getto i miei rifiuti.
Generalmente svuoto i miei cestini una volta a settimana...e finalmente posso andarci a piedi!:-)

martedì 10 novembre 2009

"Basta" di John Naish

Basta di John Naish

Come avrete visto dal badge di Anobii a lato, negli ultimi tempi avevo in lettura "Basta" di John Naish.
Questo libro mi è piaciuto molto.
Soprattutto perchè l'autore oltre a elencare i limiti del sistema consumistico propone come soluzione una sua teoria: ossia riuscire a fermarsi al "quanto basta".

Naish afferma:

"Abbiamo creato una cultura dove domina un messaggio del tipo: non abbiamo ancora tutto quello che ci occorre per essere soddisfatti. Ci sentiamo ripetere che la soluzione è avere, vedere, esistere e darsi da fare ancora di più. Sempre di più. Ma questo produce un frutto avvelenato: i livelli di stress, depressione, logoramento stanno tutti salendo all'impazzata, anche se viviamo in mezzo a un'abbondanza mai vista prima. E il nostro pianeta non sembra passarsela molto meglio.
Dobbiamo subito smettere di sollecitare i formdabili istini che da sempre ci rendono così insoddisfatti.[...]
La pratica del q.b.è la strada obbligata per arrivare all'appagamento. Si tratta di un' ecologia individuale: ognuno di noi deve trovare il proprio equilibrio sostenibile. Il q.b. è il punto critico, oltre il quale avere tutto e di più peggiora la vita invece di migliorarla."


Mi piace molto vedere le cose in questi termini, e mi ritrovo completamente d'accordo con Naish. Oltre un tot, una certa soglia, la maggior parte delle cose che abbiamo, vogliamo, desideriamo o semplicemente compriamo non fa che complicarci la vita, invece che semplificarla.
La cosa più semplice sarebbe ammettere e riconoscere di possedere già molto e fermarsi e non alimentare la continua frenesia di consumo.
E tutto ciò riguarda moltissimi aspetti dell'esistenza. Anche la dimensione lavorativa.

Si lavorano magari molte ore al giorno per avere uno stipendio alto, il quale però non ci permette più di avere del tempo per la nostra vita e le persone intorno e paghiamo per tutti i servizi, e per tutte quelle cose che non riusciamo a fare da noi.

Naish stesso affronta il discorso del lavoro e racconta come in prima persona abbia rinunciato ad "salto di carriera" ben sapendo i risvolti che poteva implicare.

Ma lavoro a parte, le cose a cui è necessario dire basta secondo Naish sono anche molte altre: cibo, informazioni, opzioni e roba.
Ogni capitolo è incentrato sul dire basta a ognuna delle cose sopra...o almeno a scoprire il punto critico, il quanto basta, oltre al quale tutte le cose invece che portare vantaggi conducono ad una serie di svantaggi.

E'un libro che aiuta a riflettere non poco:-)

lunedì 9 novembre 2009

Blog consigli

Oggi un post un pò particolare...:-)
Ringrazio innanzitutto Daniela di "Il coltello di Banjas" per avermi premiata e segnalata tra i blog da sbirciare e mi accingo a mia volta a consigliare alcuni dei blog che seguo!

Erbaviola : Blog fantastico con un sacco di spunti interessanti per l'orto e l'alimentazione vegan :-)

Equazioni: Tanti consigli utili e idee pratiche di due super genitori :-)

Poco a poco: Tanti spunti interessanti :-)

Orticoltura sperimentale: Idee ed esperimenti di orto sul balcone..con risultati splendidi.
Mi ha troppo incuriosito con il Bokashi!!:-)

Filosoficamente sostenibile: Tante genuine riflessioni :-)

La mansarda dei nostri sogni: E' il blog di Alessandra che si accinge ad andare a convivere con il fidanzato :-)

Cucina e cantina : Propone ricette semplici e appetitose :-)

Zen habits: E' il blog principale di Leo Babuta...padre di famiglia con 5 figli, vive a Guam e fornisce consigli su come migliorare la propria vita...spiegando come ci è riuscito lui!

Mnmlist: Il side blog di Leo Babuta: consigli pratici su come vivere in modo minimale.

Nel mentre ne approfitto per partecipare anche al gioco delle 8 domande a cui mi ha invitato Rosita...

1)6 soprannomi:

Ica
Ikka
Fede
Tre posson bastare? :-)


2)3 cose che indossi in questo momento:

jeans
maglietta
felpa

3)3 cose che hai fatto, sta notte, ieri e oggi:

dormire
cucinare
ascoltare un buon cd

4)2 cose che hai mangiato oggi:

fette biscottate e caffè a colazione

5)2 persone a cui hai telefonato oggi:

ehmmm...ancora a nessuno!

6)2 cose che farai domani:

raccogliere dei cachi dalle due piante in giardino
fare la pizza in casa

7)3 bibite preferite:

acqua
caffè
vino

8)Fai partcecipare altre 5 persone:

Invito al gioco, se a loro va di partecipare:

Daniela
Alessandra
Sara T
Laura
Cucina e Cantina

martedì 3 novembre 2009

Farine in arrivo

farine

La scorsa settimana avevo ordinato on line le farine per fare il pane e oggi sono arrivate.
Ogni volta che arriva l'ordine, il corriere mi chiede se abbiamo una panetteria, con tutti i colli che deve consegnare! In realtà la farina non è tutta per me e quando ordino, ordino in grande e acquisto anche per genitori e suoceri.
Tra le cose che ho ordinato ci sono 10 kg di farina 00, 10 kg di farina manitoba, 5 kg di farina tipo 0 e della semola di grano duro che dovrebbe andar bene anche per fare i semolini dolci.

Quando ho iniziato a panificare non ne sapevo molto di farine e tendevo ad utilizzare per ogni cosa la farina di grano tenero 00.
Via via ho però iniziato ad approfondire e ad appassionarmi e ho scoperto un mondo che mi era sconosciuto!:-)

Innanzitutto ho capito che esiste una differenza sostanziale tra la farina di grano tenero e la farina di grano duro, la quale viene chiamata "semola" generalmente.

La farina di grano tenero si può dividere in tipo 00, 0, 1, 2 e Integrale.
I tipi indicano il livello di raffinazione della farina: la 00 è quella più raffinata; la 0 è un pò meno raffinata, e via così. Via via che cresce il numero, le farine diventano più grezze fino alla integrale che è la meno raffinata di tutte e contiene anche della crusca.

La farina di grano duro o semola, invece, si distingue da quella di grano tenero per via del suo colore (giallo) e per via della sua granulosità. Viene utilizzata moltissimo nella preparazione della pasta.

Io oramai sono metodica nell'utilizzo della farine di frumento e ogni farina ha la sua destinazione:

-Per fare il pane utilizzo un mix di farina manitoba e farina 00, come vedete in questo post.
Il pane risulta ottimo.

-Per preparare i dolci (torte, frolle etc) utilizzo farina di tipo 00 e a volte un pò di farina integrale.

-Per fare la pizza utilizzo generalmente farina di tipo 0.

-Per fare il semolino dolce e gnocchi alla romana utilizzo la semola di grano duro.

Qualcuno potrebbe chiedersi cosa è la farina Manitoba. Io all'inizio ero incuriosita da questa farina dal nome così strano e che non sempre riuscivo a trovare.

La farina Manitoba è una farina di grano tenero molto forte e ricca di glutine, chiamata così perchè il grano da cui deriva, veniva coltivato nella regione canadese chiamata Manitoba.
E' ottima per panificare e per i prodotti che richiedono una lunga lievitazione o sono ricchi di grassi.