venerdì 30 ottobre 2009

Yogurt fatto in casa

yogurt fatto in casa

Lo yogurt è un alimento che mi piace tantissimo. Esso consiste in latte fermentato da fermenti lattici che gli vengono aggiunti e che fanno sì che il lattosio, presente nel latte, si trasformi in acido lattico.

Farlo in casa è molto semplice ed è anche piuttosto pratico, data la diffusione di varie yogurtiere in commercio.
Noi ne abbiamo una che ci è stata regalata tempo fa e lo facciamo spesso in casa.

Che dire dello yogurt fatto in casa?

- è molto più buono di quello in commercio : io non riesco quasi più a mangiare lo yogurt del supermercato, mi sembra annacquato rispetto al nostro!
- è più economico: con un litro di latte e una bustina di fermenti lattici si ottengono 8 vasetti di yogurt.
- è ecologico : zero imballaggi ma solo comodi e pratici vasetti di vetro in dotazione alla yogurtiera che si possono lavare e riutillizzare.

Le yogurtiere in commercio sono inoltre abbastanza accessibili: tra 15 e i 30 euro si trovano moltissime valide alternative.

Per fare in casa lo yogurt serviranno:

-Un litro di latte intero
-Fermenti lattici (acquistabili in farmacia)

Dopo di che sarà sufficiente mescolare il latte ( a temperatura ambiente) e i fermenti lattici in un contenitore. Dopo aver mescolato, si versa il tutto nei vasetti di vetro e li si ripone nella yogurtiera.

I vasetti prima dell'accensione della yogurtiera:

yogurtiera

Si accende la yogurtiera e dopo circa 6-8 ore lo yoghurt è pronto.

La yogurtiera non fa altro che riscaldare il latte e i fermenti fino a 35°-40° e mantenere costante questa temperatura, che permetterà allo yogurt di formarsi.

Nel caso non si volessero acquistare i fermenti lattici in farmacia si può mescolare il latte ad un vasetto di yogurt naturale da 125 gr.
I risultati migliori io li ho ottenuti usando dello yogurt naturale bio della Coop mischiato con un pò meno di un litro di latte. Viene uno yogurt cremosissimo! :-)

Inoltre, qualora si faccia spesso lo yogurt, si può tenere da parte un vasetto di yogurt fatto in casa: lo si potrà utilizzare come starter per lo yogurt successivo.
Basterà infatti ogni volta mescolare il nostro vasetto di yogurt autoprodotto ad un litro di latte e si avranno nuovamente altri 8 vasetti yogurt.
Dopo un pò di volte che si utilizza questo metodo, però, lo yogurt comincia a diventare sempre più liquido: a quel punto conviene utilizzare per il prossimo yogurt dei nuovi fermenti.

mercoledì 28 ottobre 2009

L'orto in autunno inoltrato

cavolo

Non ho più dato alcun aggiornamento riguardo al nostro orto.
Posso dire che l'orto procede. Ho levato qualche giorno fa le piante di pomodoro a malincuore, ma oramai avevan fatto il loro tempo. Hanno portato pomodori fino ai primi giorni di Ottobre dato il caldo straordinario di quest'anno.
Gli ultimi pomodori li ho raccolti ancora verdi e li ho messi maturare in casa in un cestino: li sto consumando in questi giorni.
Il basilico sul balcone sta ancora resistendo, ha ancora delle bellissime foglioline verdi...ma credo non durerà ancora molto!
Nel mentre resiste ancora la rucola e i miei cavoli e cavolfiori che spero a poco a poco porteranno i loro frutti.
Ora che è passata la stagione calda non è più necessario innaffiare tutti i giorni e di conseguenza il lavoro è molto minore: si tratta di tanto in tanto di andare a levare le erbacce...quelle sì non mancano mai!

Due piantine di cavolo e la rucola:

orto

L'altro pezzetto di orto con le restanti piantine di cavolo:

orto

Inizialmente le piantine di cavolo e cavolfiore erano un pochino di più, ma i lumaconi qua intorno hanno banchettato per bene e qualche piantina è stata letteralmente divorata nei giorni successivi alla messa a dimora. Ora che le piantine sono più grandi e resistenti, gli attacchi delle lumache sono meno pericolosi.

Le lumache son state un problema fin da quando abbiamo iniziato a coltivare l'orto.
Quest'estate avevo piantato della lattuga che però non sono riuscita a a salvaguardare. Nel giro di un paio di giorni, le lumache avevan fatto piazza pulita.
Tuttavia lumachicidi assolutamente non ne voglio usare: in primo luogo perchè non voglio buttare veleno su quello che coltiviamo e in secondo luogo, sarebbe anche pericoloso per gatti e varie bestiole che passano spesso di qua.

Che fare allora?

Abbiamo optato per dei sottovasi di plastica pieni di birra: un pò hanno funzionato.
Le lumache vengono attratte dall'odore dolcisatro della birra in modo spaventoso! :-)

Ho notato, però, che la birra deve essere pura...se per caso piove e il sottovaso si riempie d'acqua, le lumache (mica sceme!) non se la filano affatto!

Comunque con il freddo le lumache dovrebbero farsi vedere di meno, quindi, i miei cavoli e cavolfori possono dormire sonni traquilli. :-)

lunedì 26 ottobre 2009

Pizza con poolish

pizza fatta in casa con poolish

Da quando ho scoperto il poolish lo utilizzo veramente tantissimo.
La lievitazione mista che si ottiene con il poolish (sia acida sia alcolica) rende il pane e altri prodotti da forno davvero ottimi.

Ieri ero in preda ad una voglia matta di pizza, e quindi ho pensato di farla utilizzando il poolish che uso per fare il pane con la macchina del pane.
E' stato un esperimento riuscito!
Prima di ieri avevo sempre fatto la pizza in casa con lievitazione diretta, e veniva comunque buona ma con il poolish dovrebbe risultare più leggera, dato che la quantità di lievito di birra presente nell'impasto è minore.

Per fare la pizza con il poolish bisogna partire con un certo anticipo: io ho iniziato alle 10 del mattino per aver una pizza pronta da mangiare la sera. Il poolish in questione prevede infatti 5 ore di lievitazione.

Per il poolish:

- 300 gr di farina di tipo 0
- 300 gr di acqua tiepida
- 3 gr di lievito di birra fresco


Metto gli ingredienti in un contenitore e mescolo bene fino ad ottenere una pappetta. Lascio riposare il composto fuori dal frigo, coperto, per 5 ore.

Trascorse le 5 ore aggiungo:

- 200 grammi di farina di tipo 0
- un cucchiaino di zucchero
- due cucchiaini di sale.
- un cucchiaio d'olio extravergine di oliva


Impasto bene.

Se l'impasto è troppo molle e si attacca alle mani aggiungo ancora un pochino di farina.

Metto l'impasto a lievitare nel suo recipiente, coperto da un'asciugamano umido, in forno spento per 2 ore.
L'asciugamano umido farà in modo che l'impasto non si secchi in superficie e possa lievitare bene, mentre il forno è un posto coperto, al riparo da correnti d'aria che potrebbero disturbare la lievitazione.

Trascorse le 2 ore, divido l'impasto in due palline e le stendo con il mattarello per far uscire il lievito in eccesso.

Preparo due teglie con carta da forno leggermente oliata e vi dispongo sopra l'impasto steso.
Lo ricopro con il pomodoro e lo lascio lievitare ancora 30 minuti.

Qui sotto vedete una delle due teglie prima di essere infornata:

pizza fatta in casa con poolish

Accendo il forno alla temperatura massima (Il mio è un forno a gas che arriva fino a 260°) e quando è ben caldo inforno la prima pizza solo con il pomodoro.
Lascio cuocere 10-15 minuti o fino a quando l'impasto non mi sembra ben cotto.

Tiro fuori la teglia e aggiungo la mozzarella, che avrò precedentemente spezzettato con le mani ( mai tagliarla, perchè "fila" di meno, o almeno così mi hanno insegnato!:-)). E inforno di nuovo.
Lascio cuocere 5 minuti o fino a quando la mozzarella non sarà sciolta per bene.

Tiro fuori la teglia e aggiungo a piacere gli altri ingredienti (tonno, carciofini, olive, acciughe etc).
Informo di nuovo per qualche altro minuto.

Tiro fuori la prima teglia di pizza pronta da mangiare e inforno la seconda.
Mentre mangiamo la prima teglia,bla seconda cuoce per bene!:-)

venerdì 23 ottobre 2009

Lost in the supermarket ?

carrello spesa

Fare la spesa è un momento che mi piace moltissimo, ma molto spesso non tanto per il fatto di comprare ma per la gioia di non comprare.
Mi spiego meglio.

Quando entro in un supermercato generalmente entro con una lista ben precisa, che ho preparato a casa con accuratezza.
La lista della la spesa è diventata fondamentale per me. Spesso se in settimana mi accorgo che manca qualcosa in casa, non corro a comprarlo, ma lo annoto su un pezzetto di carta.
Quando poi quel pezzetto di carta comincia a riempirsi, faccio un ulteriore check up in dispensa e annoto accuratamente quello che manca o penso che mancherà in settimana...ed ecco lì le mie linee guida per la spesa che verrà.

Ho capito che così facendo, una volta entrata al supermercato, non mi lascio prendere da altre cose e compro esclusivamente quello che mi serve, ignorando tutti quei bei prodotti che sorridono dagli scaffali.
La spesa generalmente la faccio una volta a settimana, altre volte anche ogni due...Dipende da quanto mangiamo...se viene qualcuno a trovarci e così via.:-)
Ho capito che quel pezzetto di carta non serve esclusivamente a non dimenticare questo o quel prodotto, ma anche a dare una direzione al mio acquistare, ad essere meno ricattabile: ci potrà essere in offerta il tal tipo di cereali appetitosi o il tal tipo di tonno ma se alla fine io so cosa mi serve non vengo attratta da altro. E decido io cosa mettere o no nel carrello.

Un'altra cosa che ho imparato a fare per non farmi raggirare è ricordarmi bene i prezzi di ciò che compro, anche da un supermercato all'altro. Spesso capita che lo stesso identico prodotto costi anche un euro in più in un supermercato rispetto ad un altro e a dire il vero questo mi infstidisce. Cerco sempre di acquistare le cose al loro giusto prezzo. Se una cosa è troppo cara non la compro. Ne posso anche fare a meno, mi dico spesso. Non mi piace fare eccessiva economia sui prodotti che compro perchè ci tengo che siano qualitativamente buoni, ma neanche farmi prendere in giro.:-)

Che cosa compro al supermercato?

Cerco quanto possibile di comprare solo materie prime che utilizzo per cucinare (pasta, riso, latte, caffè per esempio) e verdure (il nostro orticello da solo non basta! :-) ).
Alcune cose le acquistiamo altrove: il thè lo compriamo sfuso in una bottega qua vicino, le farine e i cereali le compriamo on line da un mulino della provincia di Cuneo.
Merendine non ne compro da anni. Biscotti neanche. Abbiamo eliminato tutto quello che non sentivamo necessario per il nostro stare bene.

Così facendo ho la sensazione di avere un po' di controllo sulla mia vita, sulle nostre finanze e sulla nostra alimentazione.

I Clash già trent'anni fa (era il 1979) ci avevano visto giusto con la loro canzone "Lost in the supermarket":
"I'm all lost in the supermaket, I can no longer shop happily I came in here for that special offer guaranteed personality..."

Ecco...io proprio non voglio perdermi dentro ad un supemercato :-)

giovedì 22 ottobre 2009

Due libri per l' Autoproduzione

Lo ammetto, io vado pazza per i libri :-)
Leggere mi piace proprio tanto e nonostante molte dellle cose che ho imparato derivino dal gironzolare per la rete, mi piace sempre avere tra le mani un libro da sfogliare, una sorta di manuale, che mi possa tornare utile all'occorrenza.

A volte in rete si trovano tantissime informazioni, anche troppe, e facilmente può capitare che si generi confusione. Io generalmente leggo tante cose e le metto insieme..o almeno, ci provo.:-) Come già accennavo in qualche altro post, cerco sempre di fare un mix di conoscenze quando si tratta di autoproduzione.
A proposito di autoproduzione di tanto in tanto sfoglio e mi soffermo su due libri che reputo molto utili e che ci tengo a consigliarvi.

Il primo libro è "Pane, formaggio e vino" di Valerio Pignatta dove si ritrovano consigli utili sulla panificazione casalinga, l'autoproduzione del formaggio in casa e anche la produzione del vino.

 pane formaggio e vino di Valerio Pignatta

Il vino è una di quelle cose che mi piacerebbe da matti fare in casa, proprio come facevano i miei nonni anni fa, e tanti altri qua in zona, ma è molto impegnativo e richiede naturalmente una vigna.:-) Ho dei ricordi splendidi delle vendemmie che hanno interessato la mia infanzia e adolescenza...ritrovarsi tutti insieme a raccogliere l'uva era una festa. Comunque mai dire mai!:-) Per ora ci limitiamo a comprarlo da alcuni viticoltori qua della zona che producono un vino leggero ed ottimo per i pasti.

Ma torniamo a noi.

Un altro libro molto utile è "Pane e Roba dolce" delle Sorelle Simili dove vengono spiegati diversi metodi di panificazione, di realizzazione di svariati prodotti da forno, basi per frolle, sfoglie e pizze.


pane e roba dolce delle Sorelle Simili

Sfoglialo oltre a mettermi un gran buonumore mi fa venire un'acquolina pazzesca. E poi è davvero ricco di spunti e informazioni interessanti.

martedì 20 ottobre 2009

Fare in casa i tomini freschi

tomini fatti in casa

Come suggerivo in questo post autoprodurre il formaggio in casa è piuttosto semplice e via via che ci si prende la mano è anche abbastanza rapido. Con le quantità che andrò a riportare si ottengono 12 tomini e una tometta, quindi serviranno un bel pò di fascelle oppure una fascella grande con la quale si otterrrà un tomino molto grande!

Come promesso ecco qui la ricetta che utilizzo io per fare in casa i tomini freschi:

Per fare i tomini freschi serviranno:

-4 litri di latte vaccino crudo (si può reperire in cascina o nei distributori di latte crudo)
-1 cucchiaino e mezzo di caglio
-Fascelle

Procedimento:

Mettere il latte appena preso dalla cascina in una pentola capiente. Io consiglio di filtrarlo.

latte crudo

Mettere sul fuoco e portare a 37 gradi. Se non avete un termometro per alimenti qui vi suggerisco come riconoscere quando il latte arriva a 37°. Spegnere fornello.

Aggiungere un cucchiaino e mezzo di caglio e mescolare bene.

Coprire la pentola con il suo coperchio e lasciare riposare per un'ora, senza mai spostarla o muoverla per fare in modo che il caglio possa coagulare il latte.

Dopo un 'ora il latte dovrebbe essersi cagliato e aver preso la consistenza di un budino.
Prendere un coltello e tagliare la cagliata a quadratini.
Lasciare riposare 5 minuti.

cagliata

Trascorsi 5 minuti prendere una frusta da cucina e rompere la cagliata in pezzetini ancora più piccoli.
Lascio riposare 10 minuti. Si vede che a poco a poco il nostro formaggio si adagia sul fondo lasciando in superficie il siero.

cagliata


Mi trasferisco sul lavello e inizio a mettere la cagliata nelle fascelle, riempiendole fino all'orlo.
A poco a poco sgoccioleranno e si ridurrano di volume.

tomini nelle fascelle

Consiglio di coprirle con un asciugamano per impedire che mosche e bestiole varie ci vadano sopra!:-)

Dopo un'ora girare i tomini e salarli con qualche granello di sale grosso.

Lasciare i tomini a sgocciolare sullo sgocciolatoio 5 ore, dopo le quali saranno pronti per essere mangiati.:-)

Per conservarli, si ripongono in frigo e lì si conservano 3-4 giorni.
Un consiglio che do è quello di toglierli dal frigo una ventina di minuti prima di mangiarli...a temperatura ambiente sono ancora più buoni.:-)

lunedì 19 ottobre 2009

Autoprodurre il formaggio

fascelle per fare il formaggio

Produrre il formaggio in casa è davvero divertente e più semplice di quello che si possa immaginare.
Ho iniziato con il produrre dei tomini freschi per poi dedicarmi anche al produrre del formaggio da mettere a stagionare in cantina in una sorta di mobiletto chiamato "stagera", comprata per poco ad una fiera dell'artigianato.

Nel cominciare a produrre il formaggio ho cercato di mettere insieme le conoscenze che possedeva mia nonna, con quella di alcuni libri specifici sull'autoproduzione casalinga e articoli che ho trovato su internet. Ho cercato di fare un mix, insomma.:-)

Posso dire, grazie alla mia piccola esperienza, che il formaggio fresco è rapido da preparare in casa, mentre quello stagionato un pò meno.
Quando si parla di formaggio fresco si parla di formaggio dove non è prevista la cottura della cagliata.
Nel caso del formaggio da stagionare, spesso, invece la cagliata viene cotta.
Ma la differenza sostanziale sta nelle cure che devono venire riservate al formaggio da mettere a stagionare, il quale necessita di una salatura particolare, una stufatura e una stagionatura che dura anche un mese, durante la quale il formaggio va girato e unto frequentemente in modo che formi la crosta.

Il formaggio fresco che produco è molto simile al primo sale mentre quello stagionato ricorda molte tome piemontesi...dico ricorda perchè è molto difficile riuscire a ricreare un particolare tipo di formaggio e a dire il vero non ne ho neanche la pretesa!

Per produrre in casa del formaggio è necessario procurarsi questi "strumenti":

- Fascelle
- Caglio
- Latte crudo
- Termometro per alimenti

Vediamo nello specifico cosa sono e dove riuscire a trovarli:

Le fascelle: questi aggeggini, che fino a qualche anno fa si trovavano facilmente, sembrano essere spariti dalla circolazione e li si trova ora solo più in ferramente ben fornite o in negozi in cui si vendono articoli specifici per la birrificazione. Nel caso non le troviate basterà recuperare quei cestelli che spesso si trovano nelle confezioni di ricotta...andranno benissimo.:-)

Il caglio: lo si può trovare in farmacia.

Il latte crudo: Lo si può prendere nelle cascine o nei distributori di latte crudo di cui tra l'altro parlavo in questo post.

Il termometro per alimenti: Io ne ho comprato uno a poco qualche tempo fa via web, e devo dire che va benissimo. Nel caso non lo abbiate, comunque, non è un problema per fare il formaggio fresco.
Basta un semplice trucchetto: il latte per poter cagliare, va portato ad una temperatura di 36° -37°; quindi basterà metterci un dito dentro e quando non lo sentiremo né caldo né freddo vorrà dire che saremo intorno ai 37°, la nostra temperatura corporea.
Il termometro comincia a diventare indispensabile qualora si voglia fare del formaggio da stagionare poichè la cagliata va cotta e portata ad una temperatura compresa tra i 45° e i 60°.

Una volta procurati questi strumenti fare il formaggio è davvero semplice e ne vale davvero la pena!
Il risultato finale sarà ottimo e anche la spesa sarà stata modica: con 4 litri di latte (circa 4 euro) si ottengono 12 tomini e una tometta. Ma prezzo a parte, il sapore di questo formaggio prodotto in casa non ha davvero paragoni!

A breve posterò la ricetta per fare i tomini freschi in casa!:-)

giovedì 15 ottobre 2009

Farinata di ceci

Parlando di semplicità in cucina ecco un piatto davvero semplice e gustoso...e se vogliamo anche economico.
Sto parlando della Farinata di ceci. E' un piatto di impatto, che ricorda quasi una focaccia.
Non so perchè ero convinta che fosse difficile da preparare e invece con mia somma gioia ho scoperto tempo fa, che invece è proprio facile facile da cucinare. Ne potrei mangiare quantità industriali.:-)

Siccome sono profondamente curiosa spesso vado alla ricerca di come piatti come questo vengono inventati...e spesso viene fuori che il tutto è avvenuto in maniera casuale. Anche gli egizi, si dice, scoprirono la panificazione in modo casuale!

Leggenda vuole, secondo Wikipedia, che nel 1284 delle galee genovesi di ritorno da una battaglia contro Pisa, cariche di barili d'olio e sacchi di ceci, si siano trovate nel bel mezzo di una tempesta. Durante la tempesta alcuni sacchi e barili si rovesciarono e si inzupparono di acqua salata.
Siccome le provviste eran poche ai marinai venne comunque dato da mangiare una sorta di poltiglia di questi ceci, acqua e olio, la quale non era molto appetitosa. Alcuni marinai allora lasciarono le loro ciotole al sole e scoprirono che si era creata una sorta di frittella.
Una volta rientrati a Genova, i genovesi provarono a cuocere la "poltiglia" in forno e il risultato fu la farinata.


La ricetta che utilizzo io è questa:

Ingredienti:

-150 grammi di farina di ceci
-500 ml di acqua
-un pizzico di sale
-2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva

Procedimento:

Passo al setaccio la farina di ceci e la metto in una ciotola, dopo di che aggiungo l'acqua, mescolando con una frusta, per evitare che si formino grumi. Aggiusto di sale.
Copro con un asciugamano da cucina e lascio riposare fuori dal frigo 4 o 5 ore.
Tolgo la schiumetta che si è formata in superficie con un cucchiaio.
Unisco l'olio al composto. Mescolo bene.
Verso il composto in una teglia antiaderente (l'ideale sarebbe utilizzare un'apposita teglia in rame stagnato) e inforno a 250°, fino a quando non si rapprende. Gli ultimi 10 minuti accendo il grill in modo che si formi in superficie una crosticina.

Appena sfornata aggiungo alla farinata del pepe nero macinato e del rosmarino tritato.

Prima di levare la schiumetta si presenta così:

composto per farinata

La farinata appena sfornata:

farinata di ceci

Mi piacciono questi piatti così gustosi e allo stesso tempo così semplici... :-)

venerdì 9 ottobre 2009

Ecologica

ecologica_andrè gorz

Ho preso in bibilioteca questo libro e ora dopo averlo finito mi sto accingendo a restituirlo a malincuore. Il libro è: “Ecologica” di Andrè Gorz. Me lo ha consigliato proprio il bibliotecario.
Dico a malincuore perchè è uno di quei libri che mi piacerebbe tenere nella mia libreria, ogni tanto prenderlo, sfogliarne qualche parte e fermarmi a riflettere. E' quando leggo cose come queste che più mi convinco che il mondo in cui viviamo si fonda su basi assurde. E di questi tempi, con la crisi che si fa sentire, lo trovo ancora più evidente.

Ecologica è una raccolta di articoli di Gorz, filosofo e giornalista francese, che tra i primi (era il 1954) ha criticato la società del consumo e si è posto, come si definì lui stesso, come “un ecologista ante litteram”.
Gorz critica fortemente il capitalismo e la sua necessità di creare bisogni, la scomparsa o quasi del valore d'uso degli oggetti, il quale viene sostituito da un valore “immaginario” creato dal marketing.
Critica il sistema di lavoro attale, e parla di Decrescita e di come il Pil non possa affatto essere lo strumento tramite cui misurare il benessere di una nazione.
E' scritto bene, chiaro e semplice.

Vi riporto questa passo che a me è piaciuto molto dove Gorz parla dell'automobile:

“Il vizio profondo delle automobili è che sono come i castelli o le ville sulla costa: beni di lusso inventati per il piacere esclusivo di una minoranza di persone molto ricche, e che niente, nella loro concezione e nella loro natura, destinava al popolo.
A differenza dell'aspirapolvere, del telegrafo senza fili e della bicicletta, che conservano il valore d'uso quando tutti ne dispongono, l'automobile, come una villa sulla costa, non offre interesse e vantaggi se non nella misura in cui la massa non ne dispone. Per la sua concezione, come per la sua destinazione originaria, l'automobile è un bene di lusso. E il lusso per essenza non si democratizza: se tutti accedono al lusso più nessuno ne trae vantaggi; al contrario tutti fregano, defraudano, spossessano gli altri e sono defraudati, fregati e spossessati dagli altri.
La cosa è comunemente ammessa, se si tratta di ville sulla costa. Nessun demagogo ha ancora osato pretendere che il diritto alle vacanze significa applicare il principio “una villa con spiaggia privata per ogni famiglia”. [...]
Un'automobile, così come una villa sulla spiaggia non occupa forse uno spazio raro? Non priva della sede stradale gli altri utenti (pedoni, ciclisti, utenti di tram e autobus)?
Non perde qualsiasi valore d' uso quando tutti la utilizzano?
"

Mi vien da dire che Gorz abbia proprio ragione quando parla in questo modo dell'automobile. Soprattutto a Torino, che è la città della macchina per eccellenza e dove appare evidente che le macchine che ci circolano siano tante, forse anche troppe.

Solo due anni fa andavo all'Università a Torino e la raggiungevo in treno e poi in tram.
Dal finestrino del tram vedevo un sacco di automobilisti agitati, sclerare per via del tram e delle sue fermate...e quando scendevo vedevo automobilisti sclerati e irritati per far attraversare la strada a pedoni o ciclisti...come se il diritto di circolare ce l'avessere solo le automobili!:-)

mercoledì 7 ottobre 2009

Pane con poolish nella macchina del pane

E' ormai un anno che faccio da me in casa il pane con la macchina del pane.
In questo post riportavo la ricetta che uso più frequentemente.
Di recente ho comunque provato a fare il pane in un altro modo suggerito da questo blog, che è veramente fatto bene e può essere utilissimo a chi voglia iniziare a panificare in casa.

Innanzitutto comincerei con il dire che il pane si può fare con 3 tipi di lievitazione differente : lievitazione diretta, lievitazione indiretta e lievitazione naturale.

Qual'è la differenza?

-La lievitazione diretta è quella che si ottiene utilizzando il lievito direttamente nell'impasto del pane (la ricetta postata qui ne è un esempio)

-La lievitazione indiretta prevede invece che si prepari una pasta o una pastella in anticipo, la quale servirà da lievito per la nostra pagnotta.
In questo caso la quantità di lievito da utilizzare sarà minore.

- La lievitazione naturale è quella che si ottiene utilizzando il lievito madre o pasta acida: un impasto di farina e acqua reso acido dall'azione di lieviti e batteri.

La differenza tra le tre riguarda la fermentazione: quella diretta avrà una fermentazione alcolica, quella naturale una lievitazione acida e quella indiretta ne avrà una mista (sia acida e sia alcolica).
Il prodotto finale avrà sapori molto diversi: generalmente la lievitazione naturale è la migliore alternativa, seguita da quella indiretta e ancora dopo da quella diretta.

Il poolish è un esempio di lievitazione indiretta e consiste in un preimpasto ottenuto miscelando acqua, farina e lievito in proporzioni tali che esso risulti abbastanza liquido.

Ecco la ricetta che ho utilizzato e con cui ho fatto questo pane buonissimo, con un poolish lievitato per 5 ore.

Ingredienti:

Per il poolish:

-300 grammi di farina manitoba
-300 grammi di acqua
-3 grammi di lievito di birra fresco
(se utilizzate quello secco ne dovete usare un grammo poichè la proporzione è sempre 1:3)

Per la pagnotta:

-200 grammi di farina di tipo 00
-2 cucchiaini di sale
-2 cucchiaini di zucchero

Ho messo nel cestello della macchina del pane l'acqua, la farina e il lievito disciolto precedentemente in un pò d'acqua tiepida.
Ho avviato il programma impasto per 5 minuti e ho spento.
Ho lasciato riposare il tutto nel cestello per 5 ore.

poolish

Trascorse le 5 ore ho aggiunto 200 grammi di farina 00, 2 cucchiaini di sale, 2 cucchiaini di zucchero.
Ho impostato la macchina del pane con il programma base di cottura (pane classico o francese) e dopo 3 ore e mezza ecco il risultato!

pane fatto in casa con la macchina del pane

Davvero non c'è paragone...il pane fatto in questo modo è molto più soffice, gustoso e leggero. Il sapore di lievito si sente davvero poco.

pane fatto in casa con la macchina del pane

Vi rimando comunque a questo blog per ulteriori accorgimenti ed approfondimenti. :-)

martedì 6 ottobre 2009

In cerca di funghi

Ieri pomeriggio sono andata in cerca di funghi.
Qualche post fa avevo postato un pò di foto dei funghi trovati lo scorso anno...ma visto che ieri sono riuscita a trovare qualcosina...ecco qua le foto di alcuni porcini trovati ieri...:-)

Ho scarpinato un bel pò e devo dire che mi sono veramente divertita...alla fine della giornata mi sembrava di vedere funghi ovunque..ogni foglia, ogni piccola castagna, ogni piccola sfumatura mi faceva pensare ad un fungo che aspettava di essere scovato!
A me capita sempre così: come entro nel bosco ci metto un pò ad abituare l'occhio alla ricerca...potrei anche passare di fianco ad un fungo gigante e non vederlo.
Devo abituarmi gradualmente ai colori, alle sfumature...e sopratutto camminare molto piano perchè molto spesso i funghi si mimetizzano benissimo in mezzo alla natura che li circonda...ma quando poi si trovano la soddisfazione è grandissima!:-)

Due porcini in procinto di essere raccolti

fungo porcino

fungo porcino

lunedì 5 ottobre 2009

"Vivere la Decrescita" - Una recensione

Vivere la descrescita di Filippo Schillaci

Oggi ci tenevo a parlare un pò di questo libro che ho finito di leggere lo scorso week end: "Vivere la Decrescita- Una felice esperienza di autoproduzione" di Filippo Schillaci edito da MDF, il movimento per la Decrescita felice.

L'autore è un tecnico informatico che nell'1996 decide di andare a vivere in campagna e iniziare una vita basata sull'autoproduzione. Decide di non abbandonare completamente il suo impiego presso l'Università, ma di comiciare a lavorare part time.
Il tempo libero lasciatogli dal suo impiego part time gli permette di avere molto altro tempo da spendere a contatto con la natura e per le sue attività di "autoproduzione".
Inizia a coltivare un orto, a tenere un frutteto, a riutilizzare dell'acqua piovana per moltissime sue esigenze e a fare da sè molti dei lavoretti in casa per cui spesso si tende a chiamare qualcuno di esterno.
Nel libro si ritrova tutto questo, accompagnato da numerose riflessioni dell'autore sulla questione energetica, sull'importanza di non consumare carne e sul vero male della società moderna e postmoderna: l'antropocentrismo.

Alcune cose le ho trovate illuminanti (la questione antropocentrica...trattata davvero bene) altre invece un pò fastidiose (come se nel libro aleggiasse, ogni tanto, un senso di superiorità di chi decide di vivere in modo retto, sano e giusto...:-))

Vi invito comunque a leggerlo perchè offre spunti molto interessanti su cui riflettere e a farmi sapere cosa ne pensate!:-)

giovedì 1 ottobre 2009

La gioia di svuotare una armadio



Ieri stufa di dover sempre lottare con i cassetti pieni per fare stare la roba pulita e stirata ho pensato di svuotare un pò i due armadi che abbiamo in casa.
Già Daniele mesi fa aveva fatto una cosa di questo tipo, ma io ancora non ci ero riuscita.
Io son sempre stata una persona molto legata alle mie cose e mi è sempre riuscito difficile disfarmi di qualcosa.:-)

Ultimamente invece provo quasi piacere nel togliere roba dall'armadio piuttosto che mettercela.
E già devo dire, io non sono una che compra moltissime cose da vestire: sono abbastanza minimale, jeans, maglietta e via così.
Però mi rendo conto che a volte si compra senza pensare, si comprano cose frettolosamente e poi queste cose rimangono lì sul fondo di un' armadio o di un cassetto, dimenticate.

E' incredibile quante cose inutili mi ritrovo pur comprando poco...cose che ho comprato e messo poche volte, abiti e indumenti regalati da altri e molte cose che anche se mi piacciono da morire proprio non mi vanno più.

Ieri, stufa di vedere tutta questa roba inutilizzata, ho preso due scatolini e ci ho messo dentro un bel pò di cose che non metto e uso più.
E' stato liberatorio... Più eliminavo e più stavo meglio: alla fine era bello vedere spazi vuoti e non roba troppo ammassata dentro all' armadio!

E cosa farne degli indumenti dentro gli scatoloni?

Buttarli sarebbe anti-ecologico anche perchè moltissime cose sono ancora in buono stato.

Alla fine ho deciso che gli indumenti dentro gli scatoloni andranno in parte a finire in un mercatino dell'usato qua vicino e in parte li darò ad una zia che collabora con un'associazione religiosa e li farà avere a delle persone meno fortunate di me.

Sono contenta di non averli dovuti buttare via...l'idea che le mie cose e i miei abiti possano venir riciclati mi fa stare bene, fuori dalla logica consumistica del compro, consumo e butto via.:-)